I rischi sul lavoro per l’estetista

 

I rischi sul lavoro per l’estetista
I principali rischi sul lavoroa  cui sono esposti gli estetisti riguardano i prodotti chimici che vengono utilizzati per i trattamenti e le possibili contaminazioni legate al contatto con agenti biologici.
Per ciò che riguarda il rischio chimico i prodotti cosmetici, produzione e vendita sono regolamentate dalla Legge 713 dell’11 ottobre 1986 n. 713
le sostanze e le preparazioni, diverse dai medicinali, destinate ad essere applicate sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo, esclusivo o prevalente, di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, correggere gli odori.
Di questa categoria fanno senz’altro parte le tinte per i capelli, i prodotti per la messa in piega, i prodotti per la pulizia e l’acconciatura dei capelli. Fra tutti occorre ricordare che le tinture metalliche, che utilizzano ossidi e solfuri di metalli per impartire la colorazione, possono essere particolarmente pericolosi per le lavoratrici in gravidanza.
Per ciò che riguarda il rischio biologico, è legato all’esposizione a organismi e microrganismi patogeni presenti nell’ambiente a seguito di emissione e/o trattamento e manipolazione.
La prevenzione dei rischi nel lavoro dell’estetista riguarda soprattutto la protezione delle mani, utilizzando guanti, meglio se in vinile o nitrile. È importante procedere sempre con un’accurata pulizia di tutte le superfici e le attrezzature dopo che i prodotti chimici sono stati utilizzati.
PMI Servizi offre una consulenza professionale per la valutazione dei rischi. Contattaci per informazioni o preventivi gratuiti.
contatti e preventivi gratuiti

Documento valutazione rischi per estetisti

Il datore di lavoro nella valutazione dei rischi, che effettua con l’RSPP e il medico competente, deve tenere conto di tutte le sostanze impiegate e delle rispettive caratteristiche. Specie per ciò che riguarda il rischio chimico occorre fare riferimento all’etichettatura, nella quale vengono obbligatoriamente riportati dei simboli (pittogrammi) che indicano la tipologia di rischio che comporta ciascun prodotto. Il datore deve quindi procedere con l’analisi delle fasi del ciclo produttivo soffermandosi su frequenza, durata e tipologia di esposizione. A questo punto è suo dovere individuare le procedure per diminuire o annullare il rischio; le misure preventive; i DPI da introdurre; la necessità o meno della sorveglianza sanitaria e la misura dell’esposizione a seguito delle misure adottate.

Il datore di lavoro deve inoltre assicurare che ogni lavoratore riceva una formazione sufficiente in riferimento ai rischi individuati in azienda, alle misure prevenzionali e ai danni che possono comportare. In particolare in caso di esposizione ad agenti biologici è necessario formare i lavoratori sui rischi dovuti agli agenti biologici, le precauzioni da prendere, le misure igieniche da osservare, gli indumenti di lavoro e protettivi e i dispositivi di protezione individuale; le procedure da seguire per la manipolazione di agenti biologici e il modo di prevenire gli infortuni.